Editoriale
Tra dubbi e certezze
JAMD 2017;20(3-4):165-166
Ricordarsi del futuro: le scelte di oggi, le azioni di domani
JAMD 2017;20(3-4):167-176
Gli scenari dell’assistenza alle persone con diabete sono radicalmente cambiati; negli ultimi anni l’innovazione farmacologica ha reso disponibili classi di nuovi farmaci capaci di ottimizzare, non solo il controllo glico-metabolico, ma anche di agire positivamente sull’apparato cardiovascolare.
Mentre viviamo questo rapido ed entusiasmante passaggio, il sistema sanitario affronta momenti difficili legati principalmente alla crisi economica epocale. Per assicurare equità ed universalità di accesso alle cure, per risolvere problemi come costi in aumento, qualità discontinua o scarsa, impossibilità di ottenere assistenza in tempi accettabili, fronteggiare l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento dello stile di vita, l’aumento delle patologie croniche e la proliferazione di tecnologie e trattamenti medici, la risposta delle istituzioni, in particolare per quello che riguarda l’area diabetologica, è stata contraddittoria, stimolando da una parte l’adozione di PDTA per garantire efficacia ed efficienza degli interventi e l’integrazione delle diverse figure di professionisti, dall’altra procedendo a tagli lineari delle risorse, a riduzione del personale e all’accorpamento delle strutture.
Per l’operatore che lavora continuativamente con le persone in circostanze simili, lo stress cronico può essere emotivamente logorante e causare difficoltà nell’erogazione quotidiana delle cure, attivando tra i diabetologi condizioni di malessere e di burnout.
È di vitale importanza rendersi conto che la “persona operatore sanitario” diventa un anello importantissimo nella catena del sistema sanitario; per rendere “vero” un cambiamento, abbiamo bisogno di risvegliare la consapevolezza, così che essa faccia spazio cosciente alla Vision(e), Mission(e) con il recupero dei propri valori accedendo così ad una rigenerata motivazione, ad un rinnovato atteggiamento e ad una capacità di comunicazione che porterebbe beneficio prima di tutto a se stessi, al team per cui si lavora e alla relazione con i pazienti e le famiglie, rendendo più solido l’empowerment e l’engangement del paziente.
Di conseguenza ha preso forma la proposta della Scuola per Educatori AMD, diventata sostanza anche grazie alla presa di coscienza che il mondo della formazione sta globalmente cambiando, modificando prospettive e comportamenti.
Questo aspetto, spesso negato nelle organizzazioni sanitarie e anche da noi stessi, potrà permettere di esaltare la nostra unicità, originalità, la nostra professionalità, con i suoi aspetti tecnici, relazionali, organizzativi, ma anche la nostra dignità, quella dignità professionale che non viene dal ruolo, ma dalla persona, perché attraverso una rinnovata intenzionalità e ad una rinnovata motivazione possiamo sentirci completi e nuovamente soddisfatti di fare il nostro lavoro.
PAROLE CHIAVE Scuola per educatori, AMD, Burnout, Autoconsapevolezza, Auto-miglioramento.
Articoli originali
La presa in carico della persona con diabete tipo 1: la formazione del paziente al centro di un modello assistenziale per il diabete e le malattie metaboliche
JAMD 2017;20(3-4):177-184
La formazione dei pazienti rappresenta uno dei punti chiave della strategia terapeutica del paziente affetto da diabete tipo 1; essa dovrebbe iniziare fin dal primo accesso presso la struttura di cura ambulatoriale. L’Unità Operativa di Diabetologia degli ASST Spedali Civili di Brescia ha ideato un modello organizzativo/assistenziale per la presa in carico della persona con diabete tipo 1, delineando nel dettaglio le singole tappe del processo formativo/educativo e definendo in maniera standardizzata gli obiettivi e i contenuti dell’intero percorso, oltre che i ruoli dei singoli componenti del team. Obiettivo dello studio è stato valutare l’applicazione routinaria per un anno del nostro modello organizzativo, individuando indicatori di processo, educativi/formativi e psicologici. La maggior parte degli indicatori studiati sono risultati conformi con quanto atteso; la valutazione di quelli non conformi ha portato ad un lavoro di revisione del modello proposto, nell’ottica di un miglioramento ed omogeneità della cura per la persona con diabete tipo 1 alla presa in carico pressa la nostra struttura ambulatoriale.
PAROLE CHIAVE Diabete tipo 1, Terapia educativa, Percorso educativo strutturato, Engagement ed empowerment.
Utilizzo del calcolatore di bolo per il counting dei carboidrati: effetti su compenso glicemico e qualità di vita
JAMD 2017;20(3-4):185-192
INTRODUZIONE Il fabbisogno insulinico pre-prandiale è proporzionale al contenuto di carboidrati (CHO) del pasto. Il conteggio dei CHO consente ai pazienti in trattamento insulinico di determinare la dose di insulina da effettuare al pasto utilizzando il rapporto insulina/CHO ((ovvero la quantità di carboidrati in grammi metabolizzati da 1UI di insulina). L’innovazione tecnologica ha reso disponibile il calcolatore di bolo un software (nel microinfusore o nel glucometro) in grado di calcolare e suggerire la dose insulinica da somministrare integrando la glicemia rilevata con insulina residua attiva, rapporto insulina/CHO, sensibilità insulinica, target glicemici, grammi di CHO assunti, stato di salute del paziente, eventuali stress intercorrenti e attività sportiva.
SCOPO DEL LAVORO Lo scopo del nostro studio è stato valutare l’impatto dell’utilizzo del calcolatore di bolo sulla qualità di vita e sul compenso glicemico di pazienti diabetici in terapia insulinica intensiva in cura presso la SC di Endocrinologia della AOU Maggiore della Carità di Novara.
MATERIALI E METODI Sono stati arruolati 56 pazienti consecutivi affetti da diabete tipo 1 o di tipo 2 in trattamento insulinico intensivo con e senza complicanze croniche della malattia, che utilizzavano il calcolatore di bolo. Nel corso delle visite ambulatoriali programmate sono state effettuate interviste di circa 10 minuti durante le quali a ciascun paziente sono stati somministrati 3 questionari (PAID, DTSQ e Perceived Improvement in Diabetes Management-Related Factors) e sono stati valutati il livello di istruzione e il livello sociale. Sono stati inoltre raccolti dati clinici (HbA1c, BMI e profilo lipidico).
RISULTATI Dall’analisi dei questionari è emerso che, pur in presenza di una preoccupazione per le complicanze acute e croniche del diabete, la maggior parte dei paziente si ritiene soddisfatto della terapia praticata e del rapporto con il team diabetologico. Relativamente al calcolatore di bolo è emerso un impatto favorevole sulla paura delle ipoglicemie, sul calcolo della dose insulinica, sull’autogestione della malattia e sul benessere generale. È stata osservata una riduzione statisticamente significativa della emoglobina glicata, indipendente dalla durata di impiego del calcolatore di bolo.
CONCLUSIONI Il nostro lavoro documenta l’impatto favorevole del calcolatore di bolo sulla qualità di vita e sul compenso glicemico suggerendo che possa rappresentare fin dall’esordio della malattia uno strumento efficace per una migliore gestione e autogestione del diabete.
PAROLE CHIAVE Counting dei carboidrati, Educazione terapeutica, Autogestione, Flessibilità e qualità di vita
DIABE.CALL (Diabetologists Call) per migliorare l’aderenza della persona con diabete mellito alla terapia
JAMD 2017;20(3-4):193-200
Il trattamento del Diabete Mellito prevede una modifica persistente dello stile di vita, un adeguato programma di autocontrollo e, nella maggioranza dei casi, l’assunzione continua di una terapia farmacologica. Purtroppo, nella pratica clinica, la mancata aderenza alla terapia farmacologica è un problema che riguarda dal 38% al 93 % dei pazienti. Per migliorare l’aderenza terapeutica si può far ricorso a percorsi di educazione terapeutica strutturata. Puo’ essere utile associare anche tecniche che utilizzano il telemonitoraggio. Lo scopo del lavoro è stato quello di indagare se l’attività di counseling telefonico in una popolazione di persone con diabete possa contribuire a migliorarne il compenso metabolico. In undici Centri di Diabetologia operanti sul territorio della regione Campania sono stati reclutati 480 pazienti con diabete mellito; i pazienti aderenti al progetto erano selezionati in maniera random tra coloro che afferivano al controllo ambulatoriale e suddivisi casualmente in due gruppi. I pazienti del gruppo A (240 pazienti) venivano chiamati per via telefonica ogni 20 giorni per almeno tre volte tra un controllo clinico e il successivo; un secondo gruppo di pazienti (240 pazienti), è stato selezionato come controllo (gruppo B). La telefonata al paziente si svolgeva attraverso un’intervista strutturata e veniva indagata l’adesione alla terapia ed all’automonitoraggio. L’utilità di tale modalità interattiva tra team diabetologico e persona con diabete (PwD) è stata verificata in termini di miglioramento del compenso metabolico (glicemia a digiuno, l’HbA1c) e di alcuni fattori di rischio cardiovascolari (BMI, pressione arteriosa, colesterolemia e trigliceridemia).
Alla fine dello studio, il compenso glicometabolico, misurato con il dosaggio dell’HbA1c, era migliorato in maniera statisticamente significativa nel gruppo A rispetto al gruppo di controllo (miglioramento HbA1c 1.44% vs 0.64%, rispettivamente; p=0.003). L’analisi di regressione multivariata ha dimostrato come la variazione della HbA1c era associata significativamente all’intervento di counseling, indipendentemente da altri fattori confondenti quali l’età, la terapia con insulina di partenza, il BMI e la durata del diabete. Anche altri parametri quali pressione arteriosa sistolica e diastolica, colesterolemia e trigliceridemia sono migliorati, anche se non in maniera significativa.
CONCLUSIONI I dati di questo studio indicano come l’attività di counseling telefonico in una popolazione di persone con diabete può contribuire a migliorare il compenso metabolico, verosimilmente migliorando l’aderenza alla terapia farmacologica.
PAROLE CHIAVE Aderenza alla terapia, Diabete mellito, Telemonitoraggio.
Monitoraggio glicemico in ambito ospedaliero: appropriatezza e gestione delle risorse
JAMD 2017;20(3-4):201-205
Il monitoraggio delle glicemie capillari nei soggetti ricoverati riveste importanza cruciale, in quanto lo scompenso glucidico si associa a maggiore mortalità e morbidità. Nella nostra esperienza tale pratica non è apparsa sempre adeguata alla necessità clinica, né correlata ad una lettura immediata ed ad una conseguente eventuale modifica terapeutica. Abbiamo analizzato i dati delle rilevazioni di glicemia inserite in cartella elettronica in tutti i soggetti ricoverati nel nostro istituto (eccetto le aree intensive) nel primo semestre 2015. È stato quindi elaborato un protocollo di monitoraggio glicemico sulla base delle caratteristiche cliniche dei soggetti ricoverati condiviso con tutto il personale medico ed infermieristico allo scopo di ottimizzare le risorse e uniformare le pratiche di rilevazione. Utilizzare in maniera sistematica ed adeguata i valori di glicemia capillare misurati come strumento di supporto decisionale, eventualmente integrato ad un sistema di alert a disposizione dei professionisti sanitari può essere un valido supporto per pianificare e migliorare le cure dei soggetti ricoverati.
PAROLE CHIAVE Monitoraggio glicemico, Ricovero ospedaliero, Gestione risorse.
Punto di vista
«Il suo controllo glicemico è buono… in media»: limiti della HbA1c nel monitoraggio glicemico del paziente con diabete
JAMD 2017;20(3-4):206-208
Attività dei gruppi AMD
Griglia per la valutazione di appropriatezza dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) per il diabete mellito
JAMD 2017;20(3-4):209-218
Il Diabete Mellito è una pandemia a livello mondiale con enormi costi economici e sociali. Questa emergenza va affrontata dotandosi di un’organizzazione sanitaria che oltre all’uso appropriato delle risorse permetta al paziente l’equità nell’accesso alla cura. Sono stati perciò sviluppati i Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) in cui il team multidisciplinare fornisce la paziente, messo al centro del sistema, tutti gli strumenti per la gestione della sua patologia.
OBIETTIVO DELLO STUDIO Creare un algoritmo di facile utilizzo e fruibilità che testi l’appropriatezza dei PDTA esistenti o che serva da guida per la creazione di nuovi.
DISEGNO E METODI Raccolta della legislazione italiana e regionale sui PDTA; estrazione degli aspetti comuni e/o innovativi e ricerca delle evidenze in letteratura per ogni aspetto. Elaborazione di una griglia o checklist con punti fondamentali, che un PDTA deve contenere per dirsi Appropriato, e 4 opzionali a peso diverso che un PDTA deve contenere per dirsi “Appropriato e Buono” o “Appropriato ed Eccellente”.
RISULTATI 9 punti fondamentali, ognuno a punteggio 10 e 4 punti punti opzionali a peso crescente. Il PDTA per dirsi deve avere punteggio 90 nei fondamentali; se la somma con gli opzionali da punteggio ≤ 97 è “Appropriato e Buono”. Se punteggio > 97 è “Appropriato ed Eccellente”.
CONCLUSIONI I pazienti diabetici sono spesso affetti da 2 o più malattie croniche invalidanti perciò non sarebbe meglio cominciare a pensare a PDTA non per singola patologia ma per complessità assistenziale?
PAROLE CHIAVE Diabete Mellito tipo 2, Gestione Integrata, Appropriatezza, PDTA.
Attività delle Sezioni regionali
La conoscenza delle leggi per migliorare il percorso assistenziale della patologia diabetica. Knowledge management e business process reengineering
JAMD 2017;20(3-4):219-226
Il diabete mellito essendo una patologia cronica in forte crescita nella popolazione comporta elevati costi sociali ed economici. La strategia italiana contro il diabete ha radici lontane nella legge madre Nazionale che nel 1987 introdusse un modello di cura innovativo dando il via alla centralità del paziente nel percorso assistenziale grazie alla istituzione di Centri Diabetologici territoriali. Alla legge 115/87 si sono susseguite molte normative che dovrebbero consentire una buona gestione della patologia diabetica nel contesto dei cambiamenti economici e sociali che si sono verificati negli ultimi decenni.
Ciò che muove il sistema delle cure in sanità sono le fonti normative dalle quali ogni processo o percorso di cura prende il via. La Campania vanta una molteplicità di normative in campo diabetologico. L’analisi delle normative è un approfondimento necessario per la definizione dei processi assistenziali, permettendone l’ottimizzazione, il coordinamento e l’allineamento alla cultura tecnico scientifica che ne è alla base (Good Clinical Practice, Total Quality Management, Evidence Based Medicine).
Scopo del gruppo di lavoro “Leggi ed Istituzioni” dell’AMD Campana è quello di favorire un ruolo attivo del diabetologo nell’organizzazione del percorso assistenziale alla persona con diabete attraverso l’acquisizione di una specifica conoscenza delle leggi che disciplinano l’assistenza diabetologica (knowledge management). A tal fine è stato elaborato un VADEMECUM delle leggi e dei documenti sia di rilevanza nazionale che regionale come strumento cartaceo di facile e rapida consultazione, inserendo nel documento l’analisi delle Criticità delle leggi principali e del livello di attuazione di queste sul territorio. Nella progettualità in itinere sarà realizzata una web survey come strumento di monitoraggio per rilevare il livello di conoscenza delle normative da parte dei diabetologi operanti in Regione Campania.
PAROLE CHIAVE Diabete, Assistenza diabetologica, Knowledge management, Ruolo dello specialista diabetologo
Attività delle Sezioni regionali
XXIII Congresso regionale AMD-SID Lombardia
XXIII AMD-SID Regional Congress Lombardia Coccaglio (BS), 6-7 ottobre 2017
JAMD 2017;20(3-4):227-42
Le news di AMD
Newsletter Annali AMD n. 20
AMD Annals Newsletter n. 20
JAMD 2017;20(3-4):243-4
Newsletter Rete di Ricerca n. 36
AMD Research Network Newsletter AMD n. 36
JAMD 2017;20(3-4):245-6
Gruppo Medicina di genere
Gender Medicine Workgroup
JAMD 2017;20(3-4):247-50