Editoriale
L’importanza di essere social
JAMD 2021;24(4):252-254
Articoli originali
Difformità regionali di accesso ai nuovi farmaci per il diabete a distribuzione territoriale
JAMD 2021;24(4):257-263
OBIETTIVO DELLO STUDIO Scopo della presente indagine è descrivere le procedure regionali per l’accesso ai nuovi farmaci, con specifico focus sui trattamenti per il diabete, e quindi per i farmaci in fascia A a distribuzione territoriale.
DISEGNO E METODI Le informazioni sono state derivate dai documenti ufficiali delle singole Regioni e, laddove tali documenti non fossero disponibili, da una indagine condotta fra addetti ai lavori (settore clinico e farmaceutico). Gli aspetti indagati riguardavano: chi sia in carico dell’inoltro della richiesta alla commissione regionale/centro acquisti, esistenza di un prontuario terapeutico regionale (PTR), esistenza di una commissione PTR, presenza di un diabetologo nella commissione, canale di distribuzione del farmaco (modalità diretta, per conto, convenzionata), necessità di inserimento del prodotto in un sito web per la prescrizione.
RISULTATI Esistono marcate difformità regionali nell’accesso ai nuovi farmaci a distribuzione territoriale e le procedure regionali presentano livelli diversi di complessità, richiedendo un tempo variabile da un mese a oltre un anno. Un PTR è presente in 10 Regioni e in via di deliberazione in una ulteriore regione. L’inserimento nel PTR è vincolante per l’accesso al farmaco in 7 Regioni. I tempi di attivazione della distribuzione attraverso le farmacie territoriali, in assenza della quale l’accesso al farmaco può essere difficoltoso per i cittadini che vivono a distanza dal centro di distribuzione, risultano estremamente variabili, potendo oscillare fra 1-2 mesi e oltre 12 mesi. Infine, in 7 Regioni il prodotto deve essere inserito su un sito web per consentirne la prescrizione. Il tempo per l’inserimento varia da pochi giorni fino a 3 mesi.
CONCLUSIONI Risulta evidente la necessità di superare le disparità evidenziate attraverso una omogeneizzazione delle procedure regionali di accesso ai nuovi farmaci. Questo può avvenire utilizzando come modello di riferimento quelle Regioni che hanno adottato procedure più snelle e modalità distributive che possano venire incontro alle esigenze dei pazienti.
PAROLE CHIAVE accessibilità; nuovi farmaci; disparità regionali; diabete mellito.
Sanità digitale: le nuove competenze necessarie. Aspetti comunicazionali medico-paziente attraverso strumenti tecnologici
JAMD 2021;24(4):264-267
La telemedicina si affaccia in diabetologia agli inizi degli anni Ottanta con un impiego limitato alla trasmissione di dati metabolici fra medico e paziente; nel tempo le aree di applicazione nella cura del diabete si sono moltiplicate ed i progetti attuali sono finalizzati nella gestione terapeutica ed educazionale.
Tutti gli operatori del sistema sanitario devono, oggi, comprendere che esercitare la professione sanitaria vuol dire non solo curare le persone, ma prendersi anche cura dei loro dati, e che le due cose non sono più scindibili.
Altro problema delicato e centrale, che si pone la telemedicina, è quello di non ridurre il rapporto medico paziente ad una fredda interlocuzione attraverso un video o ad un impersonale messaggio, ma al contrario è quello di costruire intorno al paziente una rete fatta di servizi che non solo siano in grado di assisterlo nella malattia, ma anche di garantire quella buona qualità di vita che spesso è inficiata in una patologia complessa quale il diabete.
PAROLE CHIAVE telemedicina; buona relazione; buona qualità della vita; setting a distanza; colloquio clinico.
Review
Smartphone e app nella cura della persona con diabete: revisione narrativa della letteratura
JAMD 2021;24(4):268-280
OBIETTIVO DELLO STUDIO L’educazione e l’auto-monitoraggio della persona con diabete aiutano a ottimizzare il controllo metabolico, riducendo morbilità e mortalità. In questo scenario gli smartphone rappresentano uno strumento potente e alla portata di tutti e numerose piattaforme destinate a persone con diabete sono sta-te elaborate allo scopo di fornire loro una salute “su misura”. Lo scopo della presente revisione è valutare l’impatto dell’utilizzo degli smartphone come strumento di educazione sanitaria e la loro efficacia nella gestione della glicemia negli adulti con diabete di tipo 1 e 2.
DISEGNO E METODI È stata effettuata una ricerca bibliografica utilizzando quali motori di ricerca CINAHL e PUBMED. Sono stati selezionati 17 studi randomizzati controllati per un totale di 4.125 partecipanti. Per ogni studio la di mensione del campione era compresa tra 30 e 574 partecipanti e tutti i soggetti avevano un’età ≥ 18.
RISULTATI I risultati mostrano la riduzione dei livelli di HbA1c nei soggetti che si avvalgono della tecnologia per la cura del diabete. Dei 17 studi analizzati, 14 suggeriscono l’efficacia del supporto della tecnologia per migliorare la gestione della glicemia nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 e 2. I restanti 3 studi mostrano risultati contrastanti, ove non si è riscontrata una differenza significativa della concentrazione di HbA1c.
CONCLUSIONI L’utilizzo delle nuove tecnologie per la cura del diabete si è dimostrato uno strumento efficace nella cura delle persone con diabete, determinando una riduzione dei livelli di HbA1c. Il loro impiego nella pratica clinica può semplificare la gestione del diabete e migliorare l’educazione del paziente alla terapia e alla cura e alla prevenzione delle complicanze correlate al diabete.
PAROLE CHIAVE diabete mellito; smartphone; app; tecnologie.
Punto di vista
Smartphone e app nella cura della persona con diabete: revisione narrativa della letteratura. Un commento
JAMD 2021;24(4):281-282
Reti di persone (non di strumenti): il digitale e la nuova comunicazione di AMD
JAMD 2021;24(4):283-284
26 luglio 2021 – 26 gennaio 2022. La tempesta perfetta
JAMD 2021;24(4):285-287
Survey
Una survey per fotografare la giovane diabetologia in Italia
JAMD 2021;24(4):288-294
Il Gruppo Nazionale Giovani AMD ha condotto nel Gennaio 2020 una survey rivolta a giovani diabetologi under 45, al fine di ottenere un’istantanea della next generation diabetologica.
La survey, partita il 15 gennaio 2020 via mail (Google Moduli), ha incluso 23 quesiti, suddivisi per sezioni: raccolta dati anagrafici, genere/formazione, contesto lavorativo (tipologia di contratto, sede lavorativa, attività prevalente), criticità/esigenze, rapporti con le società medicoscientifiche, utilizzo dei canali social, grado di motivazione.
Fra i 259 giovani diabetologi che hanno partecipato alla survey (età: 55% 30-40, 27% 40-45, 8% <30) notevole è stata la differenza di genere con prevalenza del sesso femminile (64% ).
La predominante specializzazione indicata è l’endocrinologia (~71%); circa il 45% dei giovani diabetologi italiani lavora con un contratto di dipendenza, il 25% come libero professionista e circa il 17% in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale come specialista ambulatoriale territoriale. Nel 73% dei casi il tipo di attività svolta è prevalentemente/ esclusivamente ambulatoriale , il 54% la svolge in prevalente ambito diabetologico, il 42% anche endocrinologico.
Tramite una scala di grading numerico (punteggio da 1 a 4) le maggiori criticità indicate sono: l’organizzazione lavorativa, la mancanza del team diabetologico, l’impossibilità di prescrivere farmaci richiedenti un piano terapeutico se non con un contratto di lavoro pubblico, gli spazi fisici delle strutture lavorative.
Fra le principali esigenze rilevate al primo posto l’implementazione della formazione professionale (73%). Le aree di maggior interesse sono: terapie innovative, tecnologie, diabete e gravidanza, telemedicina, educazione terapeutica.
L’80% dei giovani diabetologi ha espresso un alto livello di motivazione ad essere coinvolti in iniziative associative grazie alla nascita del Gruppo Nazionale Giovani AMD.
La forte motivazione dei giovani diabetologi rappresenta un’ottima base e punto di partenza per favorire una collaborazione fra le classi dirigenziali attuali e future, approntando insieme dei percorsi di crescita e formazione professionali in linea con il sapere, saper fare e saper essere.
PAROLE CHIAVE giovane diabetologo; setting lavorativo; bisogni formativi; motivazione.
Case report
Associazione GLP-1 RA “once weekly” e insulina basale: una valida opzione terapeutica anche in termini di protezione dalle complicanze dell’infezione da SARS- CoV-2?
JAMD 2021;24(4):295-299
Gli agonisti recettoriali del glucagon like peptide-1 (GLP1-RAs) sono un gruppo di farmaci antidiabetici con una rilevante azione sul controllo glicemico, basata sull’aumento della secrezione di insulina glucosio-dipendente con concomitante riduzione della secrezione di glucagone e ritardato svuotamento gastrico. I GLP1-RA hanno inoltre attività pleiotropiche come proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e antiobesogeniche, con evidenti benefici su eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e danno renale. Tutto ciò rende questa classe di farmaci un elemento chiave nella gestione dei pazienti con diabete tipo 2 e potenzialmente utile nei soggetti con COVID-19 (2019nCoV – Coronavirus disease 2019, COVID-19). Per le proprietà antinfiammatorie è stato ipotizzato che le terapie a base di incretino-mimetici esercitino effetti benefici sugli esiti di COVID-19. Qui riportiamo un caso di una donna di 82 anni con diabete tipo 2 scarsamente controllato, che utilizzava un regime insulinico basal-bolus più metformina. Il miglioramento del controllo glicemico ottenuto passando dal trattamento con insulina basale al GLP-1RA aggiunto al regime insulinico basale, con la sospensione dell’insulina prandiale (trattamento di de-escalation) in questo caso è risultato associato agli effetti benefici sugli esiti di COVID-19.
PAROLE CHIAVE GLP1-RAs; DMT2; SARS-CoV-2; COVID-19.
Attività dei gruppi
Protezione cardiovascolare nella donna: obiettivi di intervento entro il 2030
The Lancet women and cardiovascular disease Commission: reducing the global burden by 2030
JAMD 2021;24(4):300-302